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Adiura, l’homecare a misura di famiglia si espande in Italia

7 Gennaio 2020 Posted by Marco Marcioni news

L’idea imprenditoriale è partita da un’esperienza personale. “Confrontandoci con medici, parenti e amici – racconta Stefano Gismondi – io e mio fratello Guido abbiamo notato che mancava a Ravenna un supporto capillare nel campo dell’homecare nonostante nella zona in cui viviamo l’assistenza domiciliare pubblica sia ottima rispetto alla media nazionale. Ci siamo resi conto che serviva qualcosa di integrativo, sia a livello sanitario che assistenziale. L’esperienza personale vissuta in famiglia ci ha spinto a cambiare settore e a passare dall’attività produttiva nel campo dell’abbigliamento alla fornitura di servizi integrativi sia a livello sanitario che assistenziale”.

Il Progetto

Così ha preso corpo Adiura.  Un modello di business dai risvolti etici e sociali che rappresentano la prima esperienza privata “Made in Romagna” del settore e che in pochi anni ha trasformato la startup in azienda matura, tanto che oggi la società fondata nel 2008 e operante nel campo dell’assistenza e dei servizi alla persona, anziani,  malati. disabili, è cresciuta ampliandosi in cinque regioni con il progetto franchising.

“L’obiettivo iniziale era già quello di non limitarsi al Ravennate ma di cercare di espandere format e servizio – spiega il responsabile commerciale dell’agenzia-. Così dopo una fase di studio di un anno e mezzo abbiamo optato per questa formula che alcuni competitor avevano già avviato. E ora, dopo i centro di Ravenna, Vicenza e Lavagna in Liguria, si sono aggiunti anche quelli di Arezzo, Ferrara, Bologna, Bologna Centro, Cesena, Reggio Emilia, San Lazzaro di Savena, Chieti, Potenza, Lecce, Taranto, Gaiarine, Livorno, Altotevere, Modena, Imola, Faenza, Gorgonzola, Meda, Carpi, Castelfranco Veneto, Perugia. L’intento adesso – spiega Stefano Gismondi – è quello di aprire una decina di centri l’anno”.

La mission

Anche perchè in una società che invecchia sempre più, il mercato dell’assistenza è quanto mai richiesto. “Ahimè l’aumento dell’età media è un dato numerico e di fatto che non va di pari passo con la qualità della vit” commente Gismondi. E Adiura opera per cercare di innalzare quel livello offrendo standard di servizio elevati e garanzie per assistiti, familiari e il personale chiamato ad accudire i malati tramite un esercito di quelle che nel linguaggio comune sono definite badanti, alcune delle quali collaborano sin dalla costituzione dell’azienda, ma che le norme indicano come assistenti familiari.

Figure a lungo senza regole ma strategiche (“basti pensare che qualche anno fa le spese per le badanti sono entrate a far parte del paniere Istat”) che l’avvento di società di servizi come Adiura stanno constribuendo a normare. “Negli ultimi ani il fenemone badanti è esploso in modo esponenziale in Italia, ma la mancanza di un albo si fa sentire, non è garantista verso le famiglie. Ci sono anche assistenti che sono con noi sin dal primo giorno. Alcune le abbiamo fidelizzate, sia per coperture temporali in ospedale, altre sono badanti conviventi. Noi non garantiamo lavor, non prendiamo soldi dalle lavoratrici, le assistenti hanno un contratto con la famiglia, mentre sono i nostri clienti che remunerano le spese all’agenzia che essendo anche CAF, cura tutta la fase burocratica per la messa in regola. A seconda delle necessità la società offre il servizio occupandosi di tutto, dalla ricerca della figura professionale idonea alla copertura di ferie, malattie o qualunque problema insorga durante il rapporto di collaborazione.

Cure a domicilio

Uno stop quaindi all’improvvisazione, alle famiglie in balia di sconosciuti, alle badanti senza tutele. E una via privilegiata per poter essere seguiti nel proprio domicilio. “Credo che poter essere seguiti a casa propria sia la volontà di tanti, specie tra la popolazione anziana – commente Gismondi -. Lo è dei malti ma anche dei familiari. Quello che abbiamo cercato di fare è di crescere standard qualitativi e di canalizzare in maniera professionale quello che fino a ieri si faceva col passaparola. Quanto provato in prima persona ci ha spinti a percorrere questa nuova strada imprenditoriale, che è nuova relativamente; non abbiamo inventato nulla ma semplicemente cercato di migliorare quanto già offriva il mercato integrando servizi che a nostro avviso potevano andare incontro alle esigenze delle famiglie. Per questo abbiamo strutturato l’azienda in due grandi branche, assistenza sanitaria con interventi a domicilio di medici, fisioterapisti e infermieri e in parallelo il nostro core business, l’assistenziale, dalla singola prestazione di igiene alla copertura totale H24, sia a casa che in struttura fornendo il servizio in campo pubblico, come negli ospedali di Ravenna, Faenza,Lugo e Cervia, che privato, come Villa MAria Cecilia di Cotignola e la San Pier Damiano di Faenza con cui collaboriamo. Come in tutti i lavori, forse in quello dell’assistenza ancor di più, la differenza la fa il personale. Scopo della nostra agenzia è quello di fornire il fattore umano che possa garantire professionalità e qualità del servizio”. Gi.ro

fonte: Corriere Romagna

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